Signora Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, innanzitutto, prima di iniziare questo intervento, le chiedo di poter consegnare poi il mio intervento completo. Uso qualche minuto che mi è stato dato a disposizione per intervenire in particolare in merito all'articolo 9 di questo decreto. Insieme a molti colleghi parlamentari - alcuni peraltro che siedono ancora in quest'Aula -, nella scorsa legislatura, come in questa, abbiamo fatto parte dell'Intergruppo per il contrasto del gioco d'azzardo, e ci siamo presi d'impegno di porre un argine sia alla diffusione del gioco d'azzardo patologico, che è molto cresciuto in questi anni, sia all'aumento dell'offerta pubblica di giochi con vincite di denaro.
Stiamo parlando di un settore economico che equivale al 3 per cento del PIL, che ha ovviamente significativi risultati sia in termini di occupazione che di fatturato, ma credo che tutti noi abbiamo la consapevolezza di quanti problemi stia causando in termini di salute e sul piano sociale. Il gioco con vincite di denaro attraverso l'utilizzo di slot, videolottery giochi online e tagliandi ha avuto una grande diffusione, anche grazie a una pubblicità pervasiva e accattivante che spesso ricorre a messaggi ingannevoli ed illusori rispetto alla possibilità reale di vincita. È stata sicuramente complice la crisi economica, nella speranza che, affidandoci al colpo di fortuna, ci siano condizioni migliori. Stiamo parlando, come avete già sentito, di un settore che fattura oltre i 100 miliardi di euro. Va sicuramente ha detto che queste forme di intrattenimento non garantiscono sicuramente una buona socialità.
Al contrario, siamo di fronte spesso a situazioni di solitudine che incoraggiano anche atteggiamenti molto preoccupanti e comportamenti compulsivi. È cresciuto nella comunità internazionale il fatto che venga riconosciuta la patologia come una patologia, quella che viene definita gioco d'azzardo patologico, come tutte le altre dipendenze da alcol e da sostanze stupefacenti. E non è un caso - e qui devo dire c'è stato un grande rammarico, una discussione che è avvenuta anche nella Commissione affari sociali, in cui peraltro il relatore della Commissione affari sociali, che qui oggi non è intervenuto, ha fatto propria quell'osservazione che abbiamo appunto sollecitato come Partito Democratico e come osservazione che è stata peraltro inserita nel parere, di cambiare il termine di ludopatia, e quindi di archiviarlo definitivamente, e invece di fare proprio ciò che l'Organizzazione mondiale della sanità riconosce, che è il gioco d'azzardo patologico.
La consapevolezza quindi è cresciuta, non solo nell'opinione pubblica ma anche da parte delle istituzioni, e la convinzione che bisogna intervenire, sia per curare la patologia, ma anche intervenire per contrastare la diffusione, adottando criteri più rigorosi anche rispetto alle modalità di svolgimento del gioco. Quindi questo è un tema che richiede una strategia di carattere nazionale, vista peraltro questa contraddizione tra la rilevanza economica del settore da un lato, il gettito fiscale che produce dall'altro, e le conseguenze negative che possono derivare da una diffusione incontrollata del gioco.
Vedete ci hanno pensato anche altri: ci pensò il decreto-legge cosiddetto Balduzzi. Qua ricordo solo che in tutte le relazioni c'è stato il tema di quella clausola di salvaguardia; avete peraltro poi dovuto introdurre una sorta di norma transitoria, perché stavate passando di fatto con la clava. E ricordo ancora, fu in parte inizialmente merito sempre del Ministro Balduzzi l'iniziale inserimento dei livelli essenziali di assistenza, ma è merito del Governo precedente se i livelli essenziali di assistenza sono parte del nostro ordinamento, e dovrebbero essere peraltro finanziati con la fiscalità generale.
Ma intanto che arrivavamo lì, sempre dai banchi di questa maggioranza, allora di un altro Governo, abbiamo di fatto investito 50 milioni per ogni anno, fino ad arrivare a 150 milioni, per di fatto sostenere risorse che peraltro devono ancora in parte essere ridistribuite alle regioni, proprio perché abbiamo un tema relativo al ruolo dell'Osservatorio nazionale che doveva stabilire criteri.
Quindi delle azioni concrete. L'azione concreta poi più importante è quella che è derivata dalla delega fiscale del marzo del 2014, che non ha di certo fatto un favore alle cosiddette lobby, e che ha visto peraltro nel tempo numerosi interventi rispetto alla riduzione della diffusione; in particolare mi riferisco alle slot machine.
Nel frattempo le regioni hanno legiferato in materia, i comuni hanno fatto le loro ordinanze; devo riportarvi peraltro alcune esperienze, e qui è ancora più grave la scelta deliberata che avete assunto in Commissione di cassare (ma ci tornerò a lungo su questo argomento) relativamente all'intesa del settembre 2017, molto grave perché molti delle ordinanze ed interventi che singolarmente i sindaci che ne hanno avuto il coraggio… Vengo da Bergamo e ho un sindaco, Giorgio Gori, che ha fatto di questo anche un elemento di valore del suo mandato amministrativo, e i risultati peraltro si vedono. Sulla materia quindi, oltre ad aver messo a disposizione risorse, realizzato l'Osservatorio, introdotto nei livelli essenziali di assistenza, il punto vero è la legge di stabilità del 2016. Che cosa succede in conseguenza della legge di stabilità del 2016? Succede che viene prevista - ma non viene prevista e non realizzata - , è già nei fatti, la riduzione del 30 per cento delle AWP. E qui, tanto per ricordare qualche numero, parliamo di 400 mila - parlo di 400 mila, dico a quest'Aula - di fatto di diffusione relativamente a queste macchine che è già disponibile, e che sono diventate adesso 265 mila. La determinazione del numero massimo consentito di 10 mila sale e di 5 mila corner per le scommesse, con la conseguente concentrazione dei punti vendita in previsione dei tre anni: impegno peraltro ribadito nel capitolo del contratto di governo di Lega e 5 Stelle, ma respinto a piè pari dagli emendamenti.
Il passaggio delle AWP esclusivamente da remoto, quindi sull' up-ground tecnologico, che prevede peraltro, anche questo contenuto nell'intesa, un'accelerazione della rottamazione delle vecchie AWP, quindi in AWPR, anche questo ovviamente respinto al mittente. Non è che era fatto, come dire, semplicemente perché avevamo uno sfizio di modernizzazione: lo abbiamo fatto perché se vogliamo veramente incidere su quello che è in particolare il contrasto soprattutto al riciclaggio di denaro, alla manomissione che spesso viene fatta in particolare di questo tipo di giochi, e anche del lavaggio automatico, e anche relativamente al ridurre la possibilità quindi di utilizzo rispetto alle banconote da 500 euro, che basta giocare un euro anche qui perché così ne pulisci 499… Anche queste sono state respinte al mittente da parte di questa maggioranza!
Guardate, noi siamo sicuramente convinti che il gioco d'azzardo patologico è una battaglia culturale ancor prima che legislativa, perché noi abbiamo l'esigenza di ridurre i momenti di familiarità con il gioco d'azzardo, che è il primo passo essenziale: noi possiamo sanzionare i gestori che sono inadempienti, normare l'accesso, ma la consapevolezza è la vera prima arma per ricondurre i numeri dell'uso e dell'abuso del gioco italiano nell'alveo di un fenomeno non così allarmante quanto avviene oggi.
Qui noi siamo di fronte a un decreto, quindi una previsione di urgenza; se no non c'è una motivazione per emanare un decreto tanto osteggiato, lo hanno già ricordato i colleghi più volte. E qui guardate, mi permetto solo qualche appunto dei contenuti nel contratto di Governo. Vi ricordo solo alcune parole: strategia di uscita delle machine gambling, forte diminuzione di azzardo con puntate ripetute, imposizioni dei limiti di spesa, tracciabilità dei flussi di denaro per contrastare l'evasione e l'infiltrazione mafiosa, rilascio dell'autorizzazione all'installazione delle new slot machine e delle VLT solo nei luoghi ben definiti, non bar, non distributori. Insomma, tutto quello che di fatto era previsto nell'intesa, con una puntuale… E qui dico ai sottosegretari, ai Ministri, ai Viceministri, non c'è “puntuale”: basta andare a leggerselo, quanto sarà la riduzione drastica in tutti questi punti; voi penso sappiate che anche in una lavanderia in questo momento si possono mettere le macchinette per giocare. Ecco, tutta questa cosa che serviva per riuscire ad arrivare a una riduzione effettiva, condivisa con tutte le regioni (un impegno devo dire particolarmente difficile, arduo nella costruzione, ma che ha visto tutte le regioni, comprese le regioni che sono governate da una parte di questa maggioranza), naturalmente anche questa respinta al mittente.
E allora guardate, credo vada dato merito al Partito Democratico se è riuscito a migliorare questo decreto inserendo alcune cose. La prima, la battaglia… Soprattutto mi riferisco alla questione della tessera sanitaria: ancorché nelle sale da gioco i minori non ci dovrebbero entrare così non è, e in particolare con la tessera sanitaria noi dobbiamo soprattutto proteggere i minori che sono quelli che vanno più tutelati. E poi la cosa che è contraddittoria, che a fronte di questa disponibilità dall'altra parte avete naturalmente bocciato anche un altro emendamento, che è quello che riguarda i tagliandi che si usano sulle sigarette, “nuoce alla salute”: pur a costo zero per l'erario, naturalmente anche questa è stata una scelta affossata, senza che ci sia stata peraltro un'argomentazione per dire quali erano le ragioni.
Vedete, ci troviamo quindi di fronte a un decreto che dopo questo intervento sulla pubblicità archivierà il tema del gioco d'azzardo patologico, esaurendo qui l'impegno per una vigorosa scelta di riordino dei giochi, rendendo di fatto monca e inefficace la lotta per il contrasto al gioco d'azzardo, e soprattutto la capillarità sul territorio italiano. Non si capisce perché avete voluto bocciare gli emendamenti che abbiamo presentato. Perché vede, gentile Presidente, un secondo atto non ci sarà. La coda di paglia si è avvertita quando il Vicepresidente Di Maio ha sentito l'esigenza di dire che questo era il primo atto, che poi ce ne sarebbe stato un secondo: basta anche semplicemente fare i calcoli che fa qualsiasi persona, è francamente difficile pensare che ci sarà un secondo atto con tutti gli impegni che naturalmente, in campagna elettorale permanente, state promettendo in particolare ai cittadini.
Ma lascia soprattutto a bocca asciutta le regioni e gli enti locali: quello che sul vostro blog vi preoccupate di definire il tradimento del Governo, il Governo inganna le regioni e i comuni. Ecco qual è l'inganno che noi abbiamo visto: l'inganno lo vediamo con le scelte del decreto e con le scelte soprattutto di non dare seguito per nessuna ragione. Anzi il dramma vero è quello che con il voto del decreto noi decreteremo un'altra cosa: la morte di quell'intesa e quegli impegni che noi abbiamo assunto con tutte le regioni e con gli interventi di puntualità. Anche in questo caso la manina, che è stata tanto vituperata perché diceva che il decreto-legge prevede 8.000 posti in meno all'anno, questa manina ha fatto anche un'altra cosa: ha scritto testualmente che l'impatto in particolare sulla pubblicità degli apparecchi da divertimento, le slot, che sono quelli ritenuti a forte rischio, ha un impatto praticamente pari a zero e la stessa cosa fare per il bingo. Tanto però per dare quattro informazioni che spero siano utili a noi che siamo in quest'Aula, sapete di che cosa stiamo parlando? Dobbiamo fare il calcolo sul valore del giocato perché per quanto riguarda le AWP parliamo di 24 miliardi di euro; quando parliamo di VLT parliamo di 23,5 miliardi di euro cioè di 17 miliardi per il gioco on line. Significa che solo le AWP e le VLT, sulle quali voi avete negato di fatto di fare una battaglia per la loro riduzione e la loro regolamentazione, rappresentano il 53 per cento delle quote di mercato e, quindi, la domanda sta qui. È necessario che voi rispondiate a questa domanda: chi tra di noi ha scelto di contrastare le fantomatiche lobby? Si risponda a questa domanda, soprattutto date una spiegazione agli amministratori che avete lasciati soli rispetto alle richieste di regolamentazione nazionale, di riduzione dei punti gioco, di riduzione dei volumi, di sospensione di almeno sei ore sul territorio che doveva rimanere in capo ai sindaci, sulla distribuzione in modo da non concentrare sui singoli comuni per mettere in campo il not in my garden, incidere sul riciclaggio, sull'abbassamento degli importi per la giocata, sugli strumenti di autolimitazione.
In tutto questo voi avete scelto di lasciare soli regioni e comuni. Sicuramente il divieto di pubblicità ha un alto valore non solo simbolico: è sicuramente importante e necessario ma il fatto è che ci siamo esclusivamente fermati a questo punto. Quello che peraltro già la collega Fregolent ricordava nel suo intervento e che la relazione ripete: la preoccupazione è che di fatto una parte del gioco legale viene spostata sulla parte del gioco illegale, vale a dire - lo dice l'Università di Trento peraltro in un'intervista rilasciata recentemente - tanto per capirci il valore mondiale del gioco illegale vale qualcosa come 140 miliardi di dollari. Quello che mi ha colpito sono i tempi del benaltrismo cioè, quando arrivavamo, avevamo messo in campo delle cose e non bastava mai: il benaltrismo che viene utilizzato di fatto a corrente alternata. Naturalmente quando si è il Governo quel benaltrismo non va più di moda e così naturalmente le scelte che abbiamo fatto costano tanto, costano ovviamente soprattutto in termini di mancate entrate. Però il Vicepresidente Di Maio ci dovrà rispondere a due domande e praticamente ho chiuso.
La prima: se vuole andare veramente nella riduzione dell'offerta e quindi anche delle entrate, come noi pensiamo che sia giusto fare, o se mantiene l'idea che il gioco d'azzardo debba di fatto finanziare il reddito di cittadinanza, come scriveva in un disegno di legge nella scorsa legislatura. Perché o si fanno scelte chiare o coraggiose, anche se costose, oppure rischia di essere sicuramente un provvedimento non solo insufficiente ma direi molto di apparenza.
Quindi rivolgo un appello alla maggioranza: non siete più all'opposizione, adesso avete la responsabilità di governare e di assumervi l'onore e l'onere di questa scelta. Rispetto a questo atteggiamento di totale chiusura, a questa incapacità di cogliere le proposte migliorative, vi anticipiamo che vi presenteremo di nuovo esattamente gli stessi emendamenti che avete bocciato in Commissione non per ragioni di ostruzionismo ma perché pensiamo che la scelta deliberata che avete fatto sia una scelta assolutamente sbagliata.
E vorrei inoltre rivolgere una questione al Viceministro Di Maio, tramite lei, Presidente, poiché è assente, gli dica cortesemente: si vergogni di rivolgersi a noi come ai difensori del mercato del gioco per scaricare le responsabilità sugli altri. Governare significa prendere decisioni e non fare lo scaricabarile. Governate con due forze che hanno interessi contrapposti e genti politiche differenti e il risultato è contraddittorio: per chi faceva le politiche del territorio e la forza del territorio, in realtà avete scelto di farli rimanere soli e per chi ha scelto di fare una battaglia sulla riduzione non avete fatto nulla. Insomma questo è il fine atto: cala il sipario il secondo non lo vedremo, con buona pace delle promesse e delle battaglie fatte in tanti anni e un secondo copione che qui non vedremo mai.